sabato 31 maggio 2008

Patrimoni inspiegabili

RUBECA O FUTTECA!

By: u nannu di Ninu!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per aver pubblicato quello che diceva "me nannu". Oggi pom l'incontro per il caffè ha riportato alla mente questa frase.
La saggezza popolare trova sempre una spiegazione a tutto.
Anche ai patrimoni o al tenore di vita di molte persone che inspiegabilmente, se non venisse incontro "me nannu" con la sua massima, sfoggiano macchine all'ultimo grido, si vestono firmati dalla testa ai piedi, programmano vacanze e viaggi da mille ed una notte, senza avere apparentemente un lavoro che possa permettergli tutto ciò.
Certo è che "me nannu" era uno che da florido commerciante di prodotti agricoli, a causa di alcuni imprevisti, fini con l'andare a zappare la terra per mantenere dignitosamente la famiglia con quattro figli. Un giorno eravamo nell'orto seduti "sutta u pedi a ficu" su un sedile di un fiat 1100 montato su dei mattoni a guardare lo scorrere dell'acqua nelle canalizzazioni disegnate "co zappuni" con abile maestria nella terra per abbeverare gli ortaggi, quando io piccolo decenne gli dissi: "nannu ma u vidisti u vicinu chi machina nova s'accattau? Picchì non t'accatti macari tu?" (trad. "Nonno, ma hai visto il vicino che macchina nuova si è comprato? Perchè non te ne compri una pure tu?" e Lui dopo un'abile pausa teatrale disse "O è rubeca o è futteca!". Da allora mi guardo intorno e mi spiego l'inspiegabile così!
Vorrei farvi apprezzare che "rubeca" non sta solo per provento del rubare ma ha un senso più ampio che raggruppa tutti gli atti in cui non vi è onestà, come per esempio l'evasione fiscale, così come "futteca" non significa solo prostituzione ma anche corruzione ecc. ecc.
Ninu

Il cane di Jack ha detto...

Lo sai, amico, quello che non so spiegarmi è come questa corrente di acqua limpida che non ha mai smesso di scorrere nel nostro popolo (gente come tuo nonno o come il mio e come tanti altri nonni) non abbia mai saputo trovare uno sbocco tale da rendere questa terra più onesta, più produttiva, più buona. Forse in maniera sotterranea è anche giunta fino a noi (che pure non siamo stinchi di santi e che non vorremmo nemmeno esserlo, perché essere troppo buoni è noioso e non ci divertiremmo a vivere in quel modo). I siciliani sono buoni osservatori, disincantati, non ingenui. Quello che ci manca non è la capacità di vedere il male, piuttosto quella di trovare i rimedi. Poi abbiamo perso anche quella classe di buoni contadini capaci di lavorare dall'alba al tramonto senza riposarsi, su cui poggiavano intere classi di fannulloni. Molti dei migliori se ne sono andati all'estero nel corso delle generazioni, le campagne abbandonate. Sono rimasti i fannulloni.
L'ho sempre detto, e lo ripeto ora: io continuo a sperare. So di non poter fare la differenza, ma non c'è nessun altro fuori di qui che possa venire a tirarci fuori dai guai e poi l'esperienza dovrebbe insegnarci che chi viene con l'aria generosa di chi vuole salvarti, spesso vuole soltanto importi un altro giogo peggiore di quello di prima. Io non so se ci sarà salvezza per la nostra terra, ma questa volta, se ce ne sarà, nascerà qui, nel punto esatto in cui sgorga quella fonte sotterranea che viene da tuo nonno e dal mio, du zu Turiddu e da Cumari Dicu, da patrozza Razia e du brigaderi Pappalardu e da tanti, tanti altri.
Un saluto
I.